Otello Mamprin

OTELLO MAMPRIN

 L’opera di Otello Mamprin si può definire come una sorta di analisi antropologica imperniata sulla impossibilità di comunicare dell’uomo e sulla sua capacità di lasciare traccia di sé.  Infatti egli appare sottoforma di una indecifrata siluette, imprigionato dietro a simboliche sbarre che gli impediscono di evadere dalla solitudine o, composto da luminosi filamenti, mentre si sta sciogliendo nel vento dopo una precaria apparizione. Nelle fasi più recenti della sua ricerca, Mamprin è giunto ad uno stadio nel quale l’incapacità di veicolare relazioni da parte dell’uomo* ha raggiunto uno stadio così alto che la raffigurazione della sua pseudo forma umana, o quel che ne resta, ha ceduto il passo ad un muto resto archeologico: la sua impronta. Essa campeggia sopra uno stuolo di segni, volti, alfabeti e messaggi, i quali gli fanno da sfondo. Le impronte sono perciò da intendersi come la traccia del passaggio e dell’esistenza dell’essere umano sulla terra e perciò del suo passato. Ma se trasformiamo, sul piano lessicale, il sostantivo impronta in verbo all’infinito presente, ovvero, improntare, che significa dare inizio ad un lavoro, scopriamo che per Mamprin l’uomo testimonia la propria esistenza non solo come coscienza del suo essere vivente, ma anche come individuo operante e cioè in grado di creare.

Mamprin’s work can be defined as an antropological analysys of sorts based upon the impossibility of Man to comunicate, and the desire of Man to leave evidence of his own passage on  Earth. Actually in Manprim’s work Man appears as an illegible shadow. Trapped behind symbolic bars that prevent him to escape from loneliness, or made up of bright filaments while melting in the wind after an uncertain appearance. In the latter period, the painter research has reached a stage in which the inability of Man to carry relationships on, has become so overwhelming that the remains of his human shape has turned into a silent archeological footprint. This mark stands out in a flock of signs, faces, alphabets and messages that lay behind. So footprints have to be taken as the evidence of the passage of a human being on Earth and therefore of his past. If we face the matter on the lexical side, we can find that the Italian name “impronta” (footprint) is also a verb which in its paradigm becomes “improntare” (organize/starting up).  This issue helps us surface  Mamprin’s idea that man testifies his awareness of his own existence not only being conscience  of himself, but as a human being willing and able to create as well.

Otello Mamprin, nato a Casier (Tv) il 15 ottobre del 1944, si forma artisticamente a Venezia. Vive e lavora a Mestre. La sua opera ha una matrice espressionista che si arricchisce di sensi simbolici, che vuole, attraverso il ricorso ad una figurazione non solo caricata e deformata, ma anche miticheggiante, esprimere direttamente delle idee sulla realtà, fare insomma su di essa un discorso che, in tutta evidenza, parte dall’osservazione dell’oggi, riflette sull’essenza di quello che continuamente ci passa davanti agli occhi…” (G. Pauletto). Ha allestito numerose personali in Italia e all’estero. Molte le partecipazioni a rassegne nazionali e internazionali. Le sue opere risultano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. E’ stato promotore e organizzatore di numerose manifestazioni artistiche interdisciplinari (Pittura, Musica, Poesia) tenutesi in molti centri culturali nel Veneto e in altre regioni italiane. Ha inoltre illustrato con disegni e opere pittoriche numerosi testi poetici.

OTELLO MAMPRIN

via Aleardi 148 Mestre

Lascia un commento